Alcuni li amano, molti li odiano. Chiunque abbia un'opinione in merito sembra averla ben definita, chiara, profetica: salveranno il mondo oppure lo distruggeranno.
I detrattori spesso argomentano le loro posizioni con punti spesso inoppugnabili, come il fatto che sono pericolosi e pur sempre oggetti pesanti che volano su cose o persone a quota medio bassa, con tutto il potenziale pericolo che ciò comporta.
E se i detrattori avessero ragione?
Ecco 3 motivi più che validi per NON amare i droni.
1 - Causano danni a cose e persone
Ne abbiamo visto un esempio a Pompei, pochi giorni fa: durante alcuni rilievi fotogrammetrici sulle rovine di Pompei con due droni (riconosciuti da ENAC e autorizzati dalla soprintendenza), uno dei due è andato fuori controllo ed ha oltrepassato il perimetro dell’area archeologica andandosi a schiantare in una porta finestra di una casa situata nella zona urbana attigua.
Il pilota pare non abbia rispettato un aspetto fondamentale della normativa: l'utilizzo di un terminatore di volo durante le operazioni. Il terminatore di volo è uno strumento che da regolamento deve usare tutti gli operatori e operatrici SAPR perché attraverso di esso, in caso di perdita di controllo del mezzo è possibile interrompere il volo nell'area di lavoro e non, come è accaduto a Pompei, in un'area abitata.
2 - Sono inutili
Se si acquista un drone ma non si ha un riconoscimento da parte di ENAC, è vero: il drone in sé è quasi inutile e oltre a volare nel proprio giardino si può fare ben poco, come evidenzia il nuovo regolamento ENAC.
Certo, con un riconoscimento e un drone autorizzato all'uso professionale (e ovviamente con l'esperienza e un atteggiamento professionale e non hobbistico) è possibile fare rilievi utili all'agricoltura intelligente e alla tutela del patrimonio culturale, è possibile salvare potenziali vittime di disastri ambientali e fare ispezioni veloci a viadotti, tratti stradali soggetti a smottamenti, immobili pericolanti. Sono anche utilizzati nella lotta al narcotraffico e nel traffico di esseri umani, ma per fare queste cose con un drone non è indispensabile né utile amare il drone in sé, quanto questo tipo di lavori, per i quali gli APR sono preziosi.
3 - Pilotarli è costoso (sul piano economico e del tempo)
Anche questo è vero. Per pilotare un drone bisogna rispettare le regole e i riconoscimenti ENAC, frequentare dei corsi che hanno un costo e anche acquistare macchinari aggiuntivi (come il terminatore di volo) necessari per legge oltre che per ovvi motivi di sicurezza.
Per pilotare un APR, non servono tanto amore e passione, quanto pazienza e voglia di lavorare in uno o più di uno dei settori in cui la dronotica sta diventando un must (edilizia, architettura, protezione civile, sicurezza, design, fotografia, agricoltura).
Quello dei droni è ormai un mercato nel quale non si tende tanto a proporre divertimento, quanto altissima professionalità, per cui i droni NON vanno amati, ma conosciuti, ed è inutile appassionarsene come si potrebbe fare per l'aeromodellismo.
Gli APR sono oggi utili e diventeranno indispensabili per alcuni settori lavorativi tecnicamente complessi, nei quali alla passione è necessario aggiungere serietà e professionalità.
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